La ginecomastia si caratterizza per lo sviluppo eccessivo delle mammelle nell’uomo.Nei soggetti normali, dopo un leggero aumento delle dimensioni delle mammelle durante la pubertà, si assiste ad un’atrofia del tessuto ghiandolo-adiposo.
Se l’atrofia non interviene, si ha un aumento di volume che comporta considerevoli conseguenze conseguenze a livello psicologico.
Una simile condizione si verifica anche in caso di eccessiva conversione del testosterone in estrogeni, in alcuni casi di iperprolattinemia, o per l’assunzione di ormoni femminili, o per incapacità del fegato di eliminare efficacemente gli estrogeni in eccesso. In questi casi si parla di ginecomastia vera.
In altri casi è un accumulo di tessuto adiposo nella zona mammaria a determinare questo aumento di volume, questa condizione si definisce pseudoginecomastia.
Nel caso della ginecomastia vera, questa è riconducibile ad un eccesso di prolattina o di estrogeni, quest’ultimo a sua volta riconducibile ad un eccesso di attività dell’aromatasi nel petto, oppure dei livelli di SHBG nel sangue. Si può ricorrere a inibitori degli estrogeni, come il tamoxifene (nome commerciale Nolvadex) o l’anastrozolo (nome commerciale Arimedex). Altri fattori che influenzano il trofismo e la funzione della ghiandola mammaria nelle donne sono: i glucocorticoidi, l’ormone della crescita (GH), l’insulina e la tiroxina.
In entrambi i casi, per evitare i problemi psicologici, si può ricorrere anche alla chirurgia.
Si utilizza un approccio combinato in cui il chirurgo plastico utilizza sottili cannule conle quali aspira il grasso, e nei casi i cui esista una componente ghiandolare importante (ginecomastia vera) si associa una resezione del parenchima ghiandolare, come in una mastectomia sottocutanea.
E’ spesso necessario associare una resezione cutanea, per la pelle in eccesso: questo determina che la cicatrice finale ricada a ridosso dell’areola.
L’intervento può essere effettuato sia in anestesia generale che in anestesia locale con sedazione. Ha una dorata di 1 – 2 ore e non è particolarmente doloroso. Il paziente è solito indossare una guaina elasto-compressiva per cica 20 giorni.
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